PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO

bocciata in Consiglio provinciale dalla maggioranza senza motivazione in data 26 luglio 2023

ai ddl 184 – 185/XVI – Assestamento del bilancio di previsione della Provincia autonoma di Trento per gli esercizi finanziari 2023-2025

Evitare la mercificazione dei diritti da parte delle pubbliche amministrazioni

É stato recentemente siglato un accordo tra Asmel (Associazione per la sussidiarietà e la modernizzazione degli enti locali) e LexCapital, start-up innovativa e società benefit che opera come litigation funder.

L’accordo prevede la possibilità per oltre 4.100 enti locali soci Asmel di concedere a LexCapital del diritto litigioso per i contenziosi attivi e, in alcuni casi, anche passivi. «LexCapital – si legge in una nota di Asmel – agirà in giudizio al posto dell’ente, che non pagherà alcun onere per il servizio ottenuto. In caso di vittoria, la maggior parte dei proventi andrà al Comune e solo la rimanente parte spetterà a LexCapital».

Il litigation funding è un istituto arrivato nel nostro Paese negli ultimi anni, che permette ad aziende e cittadini di avere accesso ai sistemi di giustizia, grazie all’investimento di una terza parte.

L’operazione di finanziamento viene realizzata acquistando il diritto litigioso, e mettendo a disposizione del cliente una rete di esperti e legali.

I costi del contenzioso rimangono in ogni caso a carico del funder che, in caso di vittoria, riscuote una percentuale di quanto ottenuto.

L’istituto in se ha una sua utilità ed un suo mercato anche in Italia principalmente in contenziosi civili e commerciali.

Ciò che colpisce nell’accordo tra Asmel e LexCapital è ciò che sta alla base dello scambio, ovvero i contenziosi tra cittadini e pubblica amministrazione. Ma questi contenziosi, che investono diritti dei cittadini, possono essere considerati a disposizione della pubblica amministrazione? Possono essere venduti da chi tra i suoi fini dovrebbe avere anche la corretta tutela dei diritti?

Siamo nel campo della mercificazione dei diritti, realizzata dal soggetto che dovrebbe agire in prima persona evitando di violarli.

È chiaro poi che chi acquista il contenzioso, chi compie un investimento di litigation funding, deve tenere conto della probabilità di successo, della solvibilità della parti coinvolte ed agire secondo modelli statitici e matematici per garantirsi un rendimento dell’investimento. Chi dovesse acquistare tutti i contenzioni di una pubblica amministrazione dovrebbe quindi svolgere una selezione tra gli stessi basata su propri criteri di redditività, investendo poi risorse e lavoro sui contenziosi più redditizi e lasciando cadere gli altri. Operazione che poco si accorda con la correttezza ed imparzialità che dovrebbe ispirare l’agire della pubblica amministrazione in relazione al rapporto con il cittadino o, spesso nel caso di contenziosi, con le imprese.

Considerando quindi che la vendita dei contenziosi da parte delle pubbliche amministrazioni, pur offrendo una possibilità di risparmio nella loro gestione, non garantisce il rispetto dei principi di correttezza e imparzialità richiesti nell’attività amministrativa, ma anzi espone i soggetti coinvolti a valutazioni che non possono essere fatte proprie dalle pubbliche amministrazioni stesse, tenendo conto della rilevanze economica del valore dei contenziosi anche per l’amministrazione provinciale

Il Consiglio impegna la Giunta provinciale

a far proprie e condividere le considerazione fatte in premessa con il Consiglio delle autonomie locali per evitare che gli enti locali del trentino e le pubbliche amministrazioni cedano in maniera indifferenziata i propri contenziosi sia attivi, sia passivi, e far sì invece che perseguano un rapporto corretto, non basato su semplici criteri di redditività, anche in caso di lite con i cittadini o con le imprese.

cons. Luca Zeni