Interrogazione

MANCA UN PIANO EMERGENZIALE PER L’AGRICOLTURA DI MONTAGNA

L’insufficienza delle politiche agrarie della Provincia – più volte denunciata, peraltro senza esito alcuno, dalle forze politiche di opposizione e dagli operatori del settore – si sta disvelando in tutta la sua evidenza, proprio attraverso la crisi che investe l’intera filiera agricola trentina e, in special modo, il delicato settore zootecnico e lattiero-caseario, sempre più soffocati dall’insostenibilità economica del produrre nelle attuali condizioni.

Da tempo le Organizzazioni professionali, i singoli imprenditori agricoli e le molte sensibilità che ruotano attorno a tali tematiche hanno evidenziato, anche al di là dei diversi posizionamenti politici ed ideologici, la necessità di una reale ed intelligente ripresa della programmazione come metodo di governo, davanti alla vastità dei problemi che investono la produzione agricola trentina.

Su di un terreno già fragile per note cause endemiche e che penalizzano da sempre l’agricoltura di montagna, si innestano adesso gli esiti di una crisi economica mondiale e della guerra che fanno schizzare in alto i prezzi delle materie prime e dei prodotti indispensabili alle aziende zootecniche di montagna, portando così l’intero sistema dell’allevamento e della produzione lattiero-casearia ben oltre i livelli di allarme. Nonostante i ripetuti segnali che già nei decorsi anni ponevano in rilievo la drammaticità della situazione, la Giunta provinciale ha sempre preferito distogliere lo sguardo, orientando il finanziamento di sostegno, ad esempio, verso il settore frutticolo, ad esempio attraverso sostanziose contribuzioni pubbliche, anche discutibili, per l’acquisto dei “carri-ponte”, lasciando, al contempo, languire il settore zootecnico spinto così verso un crescente scivolamento progressivo dentro la crisi.

Ventidue stalle chiuse negli ultimi mesi a causa della siccità e dei costi spropositati dell’energia sono la cartina al tornasole di questa mancanza di programmazione politica e di individuazione delle urgenze e delle priorità. Alcune aziende a dimensione familiare ed altre di ben più grandi proporzioni, hanno definitivamente cessato la produzione, generando una ricaduta negativa sull’intero comparto, al punto che “Latte Trento” è stata costretta a sospendere addirittura la produzione di “Trentingrana”, mentre la Coop. “Arborea” di Roverè della Luna ha annunciato il licenziamento di oltre un terzo dei suoi lavoratori, ovvero 35 dipendenti su 75 totali e i costi medi generali di produzione sono aumentati del 60%, rispetto all’anno precedente. Un quadro del tutto sconfortante insomma, a fronte del quale la Giunta provinciale sembra del tutto incapace di reagire, se non con sporadici interventi o vuote promesse.

Ciò che in realtà manca quindi, è proprio un serio disegno di politica agricola e di programmazione a breve e medio periodo. Serve cioè un “piano emergenziale” in grado di affrontare le questioni dell’immediato, ma anche di prevedere gli scenari possibili della prossima estate, con una ipotetica nuova ondata di alte temperature e di siccità, perché altrimenti, nel volgere di poco tempo, l’intero sistema agricolo trentino entrerà in una fase di irreversibile sofferenza.

Forse un più stretto collegamento con Bruxelles; un maggiore dialogo con il competente Ministero e, soprattutto, una chiara priorità della spesa pubblica possono essere basi utili alla costruzione di un vero “piano di aiuti e di sostegno”, volto a salvare il salvabile, anziché orientare l’intervento finanziario provinciale solo laddove conviene politicamente o dove la portata dei problemi è molto più contenuta e quindi più visibile diventa l’effetto dell’intervento pubblico.

Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

- quali provvedimenti e con quali investimenti ha fin qui adottato e realizzato la Giunta provinciale, per il sostegno all’agricoltura di montagna e soprattutto al settore zootecnico, posto che fra i componenti del governo provinciale si trovano anche esperti del settore;

- se esiste un “piano emergenziale” della Provincia, atto ad affrontare, con gli strumenti della programmazione, i nodi più complessi della crisi che sta investendo l’intera filiera agricola provinciale e quella zootecnica in particolare;

- quali sono le priorità della spesa pubblica nel settore agricolo dentro il prossimo bilancio provinciale;

- quali interventi si prevedono per le aziende agricole di montagna, posto che la Giunta provinciale ha sempre rassicurato circa la sua volontà di sostenere le periferie e le loro economie, anche per evitare lo spopolamento, già peraltro in atto, della montagna trentina.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

avv. Luca Zeni