Intervengo, dopo aver letto sulla stampa locale l’autorevole presa di posizione di alcuni professionisti dello spettacolo trentino che invocano, con raro senso di solidarietà e di condivisione, la revoca di tutti i contributi e finanziamenti “per la cultura e lo spettacolo, per il biennio 2020/2021, assegnati a tutti i soggetti che non sono professionisti e non sono imprese (come nel caso delle associazioni culturali)”, affinché tali fondi vengano destinati a “sostenere le attività del professionisti e delle imprese trentine del settore”.
Insomma da “prima i trentini”, a “prima alcuni a scapito di altri”. E ciò che più colpisce è che il messaggio arriva da personaggi in gran parte legati all’attuale maggioranza di governo provinciale, che esprime un Assessore alla Cultura che è anche Segretario politico del partito di maggioranza relativa.
Complimenti, Assessore! Forse dovrebbe migliorare la comunicazione con loro..
Quanto alle dichiarazioni di apprezzamento e vicinanza concreta al mondo dell’associazionismo e del volontariato culturale, sempre ribadite da parte dell’attuale Giunta provinciale che vuole privilegiare anche nelle sue Linee guida “la cultura bassa rispetto a quella alta” si tratterebbe, qualora venisse malauguratamente accolta la proposta prima richiamata, delle solite promesse al vento. Seguendo infatti le indicazioni di questi pochi professionisti dello spettacolo, il mondo dei cori, delle filodrammatiche, delle bande musicali e dei gruppi folkloristici, tanto per citare, dovrebbe dire addio ad ogni tipo di sostegno, proprio nel momento in cui ne ha più bisogno. Ma non solo loro. E il Film Festival della Montagna e le Scuole musicali e i musei e l’animazione promossa dalle biblioteche?
Forse chi aspira ad impossessarsi di ogni finanziamento pubblico, quasi fosse un malloppo, dimentica che proprio in queste ore, la Provincia ha deliberato un consistente sostegno alle piccole imprese, fra le quali senza dubbio rientrano anche queste figure professionali, come abbiamo richiesto in sede di approvazione delle legge provinciale, con risposta positiva, evitando così di dover togliere tutto a molti per darlo a pochi.
Un’ ultima considerazione. Strangolare l’associazionismo e il volontariato culturale costituirebbe un danno irreparabile ad un tessuto sociale già sfilacciato e compromesso e inciderebbe sugli stessi processi identitari di questa terra che molto debbono a quei mondi, custodi delle memorie e delle tradizioni del nostro patrimonio culturale. Si tratta di realtà irrinunciabili e confidiamo che si possano per loro trovare modalità di aiuto e sostegno al pari di quelle per le imprese ed i professionisti e proprio a tal fine, nei prossimi giorni, depositerò un apposito disegno di legge, quale contributo alla definizione dell’assistenza all’intero settore dello spettacolo e della cultura.
Cons. Luca Zeni