LOTTA ALLA ZANZARA TIGRE

Davanti alla recente esplosione dell’invasività delle zanzare, sia nelle città come nei luoghi di villeggiatura, il Consigliere provinciale del Partito Democratico del Trentino, Luca Zeni, ha depositato oggi un’interrogazione al fine di sapere se la Giunta provinciale ha attivato anche per quest’anno – e con quali esiti – una campagna di disinfestazione almeno nei principali Comuni del Trentino; se si prevede un nuovo piano provinciale di prevenzione e se la Fondazione “E. Mach” partecipa o promuove ricerche scientifiche per contribuire alla lotta contro questo dannoso insetto che, in alcune sue specie rischia anche di rivelarsi pericoloso per l’uomo.

 

Interrogazione n.

LOTTA ALLA DIFFUSIONE DELLA ZANZARA

Dopo un estate relativamente tranquilla sembra recentemente esploso, per una molteplicità di ragioni, il problema delle zanzare che stanno infestando sia le città come i luoghi di turismo.

Come noto si tratta generalmente della specie “Aedes albopictus” appartenente alla famiglia “Culicidae” e meglio conosciuta come “zanzara tigre” per la sua vistosa tigratura appunto di colore bianco e nero. Di lunghezza variabile fra i 5 ed i 10 mm., questo tipo di zanzara diurna è particolarmente “antropofila”, avendo sviluppato una forte preferenza per il genere umano ed è quindi la specie più presente negli ambienti urbani dove trova ospiti su cui pasteggiare.

Le femmine depongono le uova su ogni parete possibile di contenitori d’acqua, qualunque essi siano, anche se prediligono i luoghi oscuri. Anfore, vasi, sottovasi, pozzetti di raccolta delle acque piovane, grondaie e quant’altro costituiscono gli ambienti più adatti alla loro veloce riproduzione, anche perché le uova possono resistere fino a sei mesi e l’attività di tali insetti percorre, in Italia, l’arco temporale che va da marzo ad ottobre.

Inoltre, l’alternarsi meteorologico e le condizioni climatiche estive anche nelle nostre zone favoriscono la riproduzione che pare appunto essere oltremodo aumentata in quest’ultimo mese. Le caratteristiche principali della “zanzara tigre” sono quelle di una elevata aggressività nei riguardi delle persone e la capacità di svilupparsi in ambienti fortemente antropizzati e la sua pericolosità è rappresentata dal poter veicolare virus come quelli della febbre gialla, dell’encefalite di S. Louis, della dengue e di altre forme di infezione anche grave. Infatti la “zanzara tigre” è considerata responsabile, ad esempio, della diffusione del virus della “chikungunya” sulle isole della Reunion circa quindici anni fa, un’epidemia che arrivò anche in Europa e principalmente in Italia nell’anno 2007. Va da sé insomma che si tratta di una questione non sottovalutabile, soprattutto per le grandi capacità di adattamento di quest’insetto, per il suo stretto contatto con l’uomo e per la sua biologia riproduttiva.

Infine, pare che stia arrivando in Italia, dove si sono scoperte già alcune presenze, un nuovo tipo di zanzara, definitia “giapponese”, che sembra essere ancor più aggressiva e pericolosa per l’uomo.

Sorveglianza e monitoraggio delle zone infestate sono i primi strumenti di lotta, ma enorme importanza viene annessa all’eliminazione dei luoghi di deposizione delle uova, che non sono generalmente mai lontani da dove la zanzara ha punto l’essere umano.

Esistono molti rimedi naturali e chimici per evitare la deposizione di uova e per il trattamento costante, con un minimo impatto ambientale, degli ambienti a rischio, anche se forse è necessaria una pianificazione diversa e più estesa.

A fronte di tutto ciò si interroga quindi la Giunta provinciale per sapere:

- se e con quali esiti si sono attivate anche quest’anno le campagne di disinfestazionme che già in passato avevano dato alcuni risultati positivi almeno nei principali Comuni del Trentino;

- se si ritiene di dover attivare un nuovo piano provinciale di prevenzione e di disinfestazione, al fine di contenere ulterioremente la diffusione della “zanzara tigre” sul nostro territorio e per prevenire la diffusione della “zanzara giapponese”;

- se esistono studi presso la “Fondazione E. Mach” – o se la stessa partecipa a ricerche in proposito a livello nazionale o internazionale – con lo scopo di contenere o addirittura eliminare questi pericolosi insetti.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

Distinti saluti

avv. Luca Zeni