Il nuovo “sentiero” per Malga Spora: perché così ampio e scorrevole? Preludio per il passaggio di mezzi a motore?
Mentre il mondo prende atto dell’impatto concreto dei cambiamenti climatici e si è aperto un dibattito globale sui temi ambientali, anche il Trentino è chiamato a interrogarsi sul tipo di sviluppo sul quale intende puntare, ed, in definitiva, su che tipo di comunità vuole essere.
Da sempre l’immagine che abbiamo offerto di noi al mondo è quello di un territorio integro, che promuove salubrità dell’ambiente, stili di vita sani e attività all’aria aperta. Questo non significa proporre una visione di un ambientalismo conservatore, perché l’uomo è esso stesso parte dell’ambiente in cui vive, e lo modella con i suoi comportamenti. Da sempre l’attività antropica in montagna ha necessitato di trovare il corretto equilibrio, per consentire all’uomo di abitare un territorio spesso difficile.
Oggi più che mai le possibilità di sviluppo economico possono essere legate all’ambiente; dalla filiera del legno alle energie rinnovabili, dal benessere al turismo, il Trentino può sviluppare opportunità grazie alle proprie vocazioni primarie.
All’interno di questo contesto si trovano le attività più tradizionali dell’agricoltura e della zootecnia.
In particolare il territorio trentino ospita molti alpeggi che lo arricchiscono a livello storico, paesaggistico, culturale, economico e ambientale. Alcuni alpeggi sono più interessanti di altri dal punto di vista zootecnico, altri lo sono di più dal punto di vista paesaggistico, o come risorsa economica. Ve ne sono poi alcuni -una minoranza- che, per il contesto ambientale e paesaggistico di cui sono parte integrante, sono dotati di bellezza e unicità tali da porli in una categoria superiore e a sé stante.
Di questa ristretta élite di alpeggi fa indubbiamente parte Malga Spora, situata nel comune di Spormaggiore. La conformazione dell’ampia depressione carsica in cui essa è situata, la corona di vette che la circondano, l’amenità dei luoghi circostanti, la quiete che vi si respira in ogni periodo dell’anno fanno di Malga Spora una delle malghe più amate dell’intera area dolomitica. Malga Spora è compresa nel Parco Naturale Adamello Brenta ed è parte del patrimonio Dolomiti UNESCO.
La malga è monticata con continuità da tempi immemori; è raggiungibile solo a piedi tramite suggestivi sentieri e per alcuni decenni, fino all’autunno scorso e agli eventi legati alla tempesta Vaia, è stata servita da una teleferica in progressivo stato di deperimento.
Nell’ottica di un’imminente sostituzione della stessa, già alcuni anni fa il comune di Spormaggiore aveva adeguato la viabilità d’accesso alla stazione a valle della teleferica, e aveva commissionato un progetto per la teleferica sostitutiva. In seguito, i finanziamenti per l’avvio dei lavori non sono mai arrivati, e la vecchia teleferica è rimasta in funzione fino alla fine dello scorso ottobre.
Nel frattempo e già da parecchi anni, a Spormaggiore e Cavedago (comune proprietario di parte del tracciato seguito dalla teleferica e di un immobile situato a breve distanza dalla malga) in alcuni ambienti si è immaginata l’ipotesi della costruzione di una strada di accesso a Malga Spora, alternativa alla teleferica. Ipotesi che fortunatamente non si è mai concretizzata, anche perché in palese contrasto con la politica di tutela del Parco Naturale Adamello Brenta.
Lo scrivente consigliere è profondamente convinto che sia di fondamentale importanza continuare a garantire a Malga Spora l’alpeggio del bestiame nei mesi estivi: il pascolamento è funzionale al mantenimento del quadro paesaggistico e ambientale attuale.
E’ altrettanto importante che uomini e animali continuino ad accedere all’alpeggio come è avvenuto per secoli, ovvero solo a piedi. Da sempre i 450 metri di dislivello del sentiero sono stati percorsi dal bestiame, ed esistono razze bovine (come la Grigia alpina o la Rendena, e altre a seguire) particolarmente adatte alla frequentazione degli ambienti alpini, tradizionalmente ripidi, e a pascoli tendenzialmente magri come è quello di Malga Spora. Si tenga inoltre presente che in Trentino vengono regolarmente monticati alpeggi serviti da sentieri ben più lunghi e impervi di quello dei Brenzati;
Per tutto questo appare di di capitale importanza il ripristino della teleferica, in modo da garantire la piena funzionalità della malga.
Tuttavia negli anni, nonostante i vincoli posti dalle normative in essere e anche a causa del mancato finanziamento per la nuova teleferica, l’idea della strada non è però mai tramontata definitivamente. A rilanciarla è arrivata la tempesta Vaia. In seguito ai numerosi schianti avvenuti in zona, il cavo della vecchia teleferica è stato fatto tagliare per questioni di sicurezza, decretandone di fatto il definitivo smantellamento. In tal modo, la legittima necessità di garantire alla malga i rifornimenti durante la stagione dell’alpeggio, e la ben più discutibile volontà di alcuni di arrivare in alta quota a bordo di veicoli per scopi diversi (passatempo, caccia), hanno trovato slancio nella direzione della nuova strada.
Nel frattempo, tra fine 2018 e inizio 2019, l’amministrazione comunale di Spormaggiore ha chiesto di modificare il tracciato del sentiero 302 e 301, che dalla località “Brenzati” di Spormaggiore raggiunge la malga, portandolo a una larghezza ben più larga dell’attuale, regolarizzandone il fondo e addolcendone i tornanti, in modo da favorire il transito dei bovini e da permettere il transito di piccoli mezzi a motore.
Una parte della comunità di Spormaggiore, allarmata dalle voci circolanti, tramite alcuni volontari avviava un confronto con la sezione locale della SAT, con la SAT centrale e con l’amministrazione del comune di Spormaggiore. Si tentava di far capire che, considerando la delicatezza e l’unicità della zona di Malga Spora, la costruzione di una qualsivoglia via di transito per veicoli (anche piccoli) avrebbe aperto la strada a una futura escalation di ampliamenti, pretese e concessioni che rischierebbe di deturpare per sempre l’area Brenzati-Malga Spora, e pure la fruizione tradizionale della malga, che da secoli avviene a piedi, per gli esseri umani come per il bestiame che sale in alpeggio.
La SAT centrale avviava un meritorio tentativo di ascolto delle parti, alla ricerca di una soluzione che riuscisse a conciliare le innegabili necessità di tutela del luogo con la volontà di tutti di continuare a garantire il pascolamento dell’alpeggio, anche dopo la forzata dismissione della vecchia teleferica.
Nel corso di un confronto pubblico chiesto dalla popolazione, l’amministrazione comunale rilevava la mancanza di fondi per la teleferica, e informava rispetto alla proposta avanzata al Parco di sistemazione del sentiero, con modalità che a molti è parsa una vera e propria pista transitabile da alcune tipologie di veicoli a motore.
Di lì a poco, esaminata la richiesta, il Parco Adamello Brenta bocciava la proposta iniziale del comune, stabilendo che l’adeguamento del sentiero doveva sì favorire il transito dei bovini, ma non dovendo superare la larghezza massima di 1,20 metri e, nella pratica, non potendo essere modificato nel suo tracciato in misura tale da assumere le sembianze di una pista transitabile da veicoli a motore. Il Parco vietava la realizzazione di banchine a lato sentiero, come specificato nel parere PNAB di data 8 marzo 2019.
Le chiare indicazioni dell’area protetta parevano finalmente risolvere la vicenda, almeno per quanto riguarda le caratteristiche delle modifiche da apportare al sentiero di accesso alla malga. SAT centrale, di conseguenza, sondava il terreno a vari livelli, per capire come e dove reperire i fondi per la nuova teleferica.
Passavano alcuni mesi, e a settembre 2019 veniva aperto il cantiere di modifica del sentiero Brenzati-malga Spora.
I lavori iniziavano e procedevano rapidamente. Viene riportato al consigliere interrogante che, nel corso di una verifica del Parco Adamello Brenta, emergevano forti discrepanze tra il progetto approvato dal Parco e i lavori in corso, ma non è noto se e quali provvedimenti siano stati presi, né se vi sia stata un’attività di controllo da parte del Corpo Forestale.
Peraltro tale discrepanza risulta in tutta evidenza anche dalla documentazione fotografica che si allega, che mostra un lungo tratto di percorso già realizzato, con una larghezza di circa 1,50 m. nei tratti più stretti, per portarsi a 2 e più metri (fino a 3) nei tratti più larghi, assumendo in tutto e per tutto le caratteristiche di una pista/mulattiera adatta al transito di piccoli trattori, QUAD e altri veicoli a motore di poco ingombro.
Nel progetto esecutivo peraltro pare non vi sia riportata alcuna necessità di dover procedere ad una pista così larga per eseguire i lavori, per poi ripristinarla nel rispetto dell’indicazione di 1,20 metri di larghezza massima indicati dal PNAB. Ricordiamo che nel corso di alcuni lavori di manutenzione straordinaria alcuni anni fa aveva lavorato sul percorso un ragno meccanico, senza necessità di allargare il passaggio.
Tutto ciò premesso si chiede di poter interrogare la Giunta provinciale per sapere:
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se quanto descritto in premessa in merito ai lavori di sistemazione – o rifacimento – del sentiero che porta a Malga Spora corrisponda al vero;
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in caso di risposta affermativa, per quale motivo si stia realizzando un tracciato molto più largo rispetto a quanto previsto dalle disposizioni del PNAB e se questo sia rispettoso della normativa vigente;
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quali siano gli organismi preposti ai controlli relativi alla conformità dei lavori alle indicazioni del progetto approvato con le prescrizioni del Parco; se tali controlli siano stati svolti e con quale esito;
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se la giunta provinciale intenda sostenere l’idea di realizzare un tracciato percorribile a mezzi a motore all’interno del Parco Naturale Adamello Brenta, nel cuore di un gruppo montuoso parte del patrimonio Dolomiti UNESCO;
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per quale motivo non si è concretizzata la richiesta da parte del Comune di Spormaggiore di finanziamento di una nuova teleferica, in grado di garantire le necessità della malga senza dover rifornirla con mezzi a motore all’interno del Parco e se si intenda procedere ora con tale finanziamento.
A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.
Distinti saluti
- avv. Luca Zeni -