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l’Adige 06/07/2018 di Agelo Conte

Il governo nazionale punta a cambiare le regole sull’ obbligo vaccinale per i bimbi tra 0 e 6 anni. La Provincia, con una lettera dell’ assessore alla salute Luca Zeni, chiede una deroga per il sistema trentino, in cui l’ autocertificazione prospettata dal governo «rappresenta un aggravio per le famiglie. Perché qui l’ anagrafe vaccinale e il sistema di verifiche incrociate tra Azienda provinciale e scuole permette di avere un quadro completo senza che le famiglie debbano provvedere all’ autocertificazione». Tutto nasce dalla decisione del ministro per la salute Giulia Grillo (Movimento 5 Stelle) di modificare le regole per le famiglie per certificare di aver aderito al percorso vaccinale per i figli tra 0 e 6 anni. E poterli così iscrivere al prossimo anno educativo negli asili nido o nelle materne. Il ministro, in vista della scadenza del 10 luglio (martedì prossimo), entro cui i genitori devono dimostrare di aver aderito ai dettami della legge sull’ obbligo vaccinale, ha detto che basterà una autocertificazione per le famiglie. E che i controlli a campione dovrebbero scoraggiare i furbi. In attesa della circolare che chiarirà in maniera definitiva le modalità e i dettagli delle regole per aderire alla legge Lorenzin sui vaccini (che resta ancora in vigore), l’ assessore Zeni ha scritto al ministro per chiedere di non cambiare le regole trentine. «Le scrivo per segnalarle che in merito alle sue odierne dichiarazioni rese in aula con le quali ha annunciato che: “per l’ iscrizione a scuola i genitori non dovranno portare alcun documento sanitario per dimostrare che i figli sono in regola con gli obblighi vaccinali, quanto piuttosto una qualsivoglia documentazione che possa essere considerata ‘idonea’ a comprovare l’ effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie ovvero la richiesta di vaccinazione all’ Azienda Sanitaria”; la Provincia autonoma di Trento ha in essere procedure predisposte dall’ Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (Apss) che garantiscono l’ elaborazione in automatico da parte di Apss dello stato vaccinale dei minori e della completa fruibilità di questa documentazione sanitaria da parte delle famiglie, nonché della trasmissione dell’ informazione rispetto all’ idoneità alla frequenza per l’ anno scolastico 2018/19 da parte di Apss alla competente autorità scolastica» scrive Zeni. Nella lettera Zeni spiega che «tale procedura è resa possibile grazie all’ anagrafe vaccinale curata e a disposizione di Apss e non prevede alcun onere da parte delle famiglie censite nell’ anagrafe sanitaria provinciale, neppure quello di dover redigere auto dichiarazioni, o produrre altra documentazione, rispetto allo stato vaccinale dei propri figli» continua Zeni che chiede «di salvaguardare questa procedura che risulta particolarmente efficace sia rispetto alla circolazione delle informazioni necessarie, sia rispetto all’ esigenza di sgravare le famiglie da adempimenti non indispensabili. Diversamente ci troveremmo nella irragionevole condizione di avere un sistema perfettamente funzionante a disposizione delle famiglie non utilizzato ed un aumento ingiustificato di procedure per le famiglie stesse e per l’ amministrazione pubblica» conclude Zeni. A margine del Consiglio provinciale, Zeni spiega poi che «il capo di gabinetto ci ha risposto e ha prospettato la possibilità che le realtà come le nostre, dove ci sono già le anagrafi vaccinali, vengano escluse dalle procedure che saranno introdotte». Per le famiglie che devono iscrivere i bambini ad asili e scuole materne «non cambia nulla per ora. La data resta quella del 10 luglio» spiega Zeni. Chi non ha seguito il percorso pur essendo stato chiamato a colloquio, spiegano dalla Provincia, non potrà iscrivere il figlio a nidi e materne, a meno che non cambi la legge a livello nazionale. A. Con