Interrogazione
BIODIVERSITA’ COMPROMESSA. COSA FA LA PROVINCIA?
In attesa della “Strategia nazionale per la biodiversità”, ci troviamo a dover registrare una situazione sempre più drammatica sul versante dell’ambiente ed appunto delle biodiversità che, nel mondo ma anche nella nostra realtà locale, sta assumendo ormai le proporzioni di una vera e propria catastrofe.
Nonostante l’Italia – e con essa il Trentino – sia ricchissima di biodiversità, i segnali che si raccolgono dal presente sono tutt’altro che confortanti ed anzi i parametri di peggioramento indicano cifre negative in costante evoluzione, come dimostrato dal recente rapporto sulla biodiversità curato dal W.W.F..
Certo, rispetto ad altre geografie, il Trentino vive una situazione di minaccia, ma non ancora di criticità pericolosa, anche se l’espansione progressiva del “bostrico tipografo” sta diventando la causa principale di danni all’ecosistema territoriale. Come noto, nell’area alpina, ben 13 dei 22 ecosistemi riconosciuti paiono esposti a rischi gravi di estinzione e la furia di “Vaia” prima e adesso la “pandemia del bostrico tipografo”, unitamente a periodi siccitosi sempre più lunghi, stanno compromettendo la situazione, spingendola verso gradi di irreversibilità, a fronte dei quali è evidentemente necessaria una nuova politica forestale ed ambientale.
Eppure, davanti a questa realtà – la cui evidenza balza all’occhio anche dei più inesperti – la Provincia sembra non cogliere appieno la gravità della prospettiva che si è aperta e, come ormai da tradizione consolidata, non investe alcunché su politiche programmatorie, capaci di traguardare il futuro anziché l’immediato. Questa legislatura – segnata dalla rincorsa all’emergenza continua che, senza dubbio, ha attanagliato alcune fasi trascorse, ma che non può essere una costante ed un carattere specifico della politica – non è riuscita a produrre un progetto di governo del territorio sotto il profilo ambientale, in grado di reggere le complesse sfide che la fragilità delle biodiversità impone. Dopo non aver fatto nulla sul terreno dei grandi carnivori nelle Alpi e dopo non aver predisposto alcuna programmazione di prevenzione, laddove possibile o comunque di contenimento della diffusione del bostrico, assistiamo adesso ad una latitanza di scelte, ad una improvvisazione delle politiche di settore e ad una disattenzione al complessivo problema della tutela delle biodiversità.
Mentre tutte le risorse sembrano destinate, in questo momento, ad una gestione locale del progetto “Life Ursus”, gli interventi sul problema del bostrico e della distruzione boschiva che esso produce, al di là di talune dichiarazione di principio e di qualche sporadico intervento, non sembrano affatto ottenere alcun impulso strategico, né godere di una minima programmazione. Eppure, in assenza di interventi, il rischio di una deforestazione imponente, con tutte le drammatiche conseguenze che tale processo trascina con sé, è alle porte e chiama quindi la politica all’assunzione di solide responsabilità di governo.
Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:
- qual è l’attuale grado di rischio per le biodiversità del nostro territorio;
- qual è l’attuale incidenza delle aree colpite dal “bostrico tipografo”, rispetto alla totalità del territorio boschivo provinciale;
- quali interventi sono stati fin qui prodotti dalla Provincia per ridurre e/o contenere la diffusione del bostrico stesso e cosa si intende fare per il futuro;
- quali stanziamenti sono previsti sulle prossime manovre di bilancio provinciale per far fronte al nodo delle biodiversità e delle loro progressive distruzioni;
- qual è, a tutt’oggi, il tasso di estinzione delle specie viventi e degli ecosistemi “cancellati” sul nostro territorio.
A norma di regolamento si richiede risposta scritta.
avv. Luca Zeni