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Il livello di tensione nelle manifestazioni no vax di questi giorni non può essere ridotto soltanto al tema del fascismo, che peraltro è una dottrina piuttosto articolata e che non può essere citata in ogni caso di violenza.
Certamente chi oggi manganella nelle manifestazioni no vax appartiene a movimenti come Forza Nuova che si richiamano al fascismo, non nuovi ad azioni violente e che è incredibile esistano ancora nel 2021.
Su questo è doveroso associarsi alla ferma e netta condanna delle violenze e a quella matrice, senza ambiguità; lascia esterrefatti il silenzio della giunta Fugatti, di solito prolissa al limite del logorroico.
Ma merita un approfondimento anche l’altro aspetto, passato in secondo piano: questi gruppi hanno trovato terreno fertile all’interno dei gruppi no vax, i cui appartenenti per la maggior parte non si sentono sicuramente fascisti. Anzi, accusano di fascismo il governo che “impone il Green pass”.
Negli ultimi anni, ben prima del covid, una parte della politica ha mantenuto posizioni ambigue sui vaccini – dalla Lega, ai 5 stelle, a Fratelli d’Italia – e così facendo ha alimentato la diffidenza nelle istituzioni.
Ogni società si fonda sulla fiducia, che non significa certo obbedienza acritica, bensì cittadinanza attiva e ragionevole, nel rispetto dei ruoli.
Nel caso dei vaccini, se la comunità scientifica (che è un concetto molto concreto) e le istituzioni che la rappresentano, forniscono indicazioni chiare sui benefici di salute pubblica, sarebbe irresponsabile quella politica che non ne seguisse le indicazioni.
E l’ambiguità, a cui troppo spesso assistiamo, a Roma come a Trento, rafforza la base culturale di un movimento radicalmente sbagliato nei suoi fondamenti e che in fin dei conti sta accettando il sostegno persino di gruppi neofascisti e violenti.