Interrogazione 

LA DESTINAZIONE DEI FONDI PER LE INDUSTRIE CULTURALI E CREATIVE DEL CENTRO “S. CHIARA”

Al netto dell’ingloriosa conclusione dei lavori della Commissione selezionatrice del bando di selezione per la figura di “Responsabile delle Industrie Culturali e Creative” del Centro Servizi culturali “S. Chiara”, alcuni ulteriori approfondimenti sull’intera vicenda sembrano ineludibili.

Infatti, risulta che la Provincia abbia investito in questo progetto la corposa somma di 300.000,00.= euro ed una quota di tale investimento sia già stata iscritta a bilancio dell’ente. Ora, a fronte della sospensione del citato bando di selezione fortunatamente disposta dal consiglio d’amministrazione, viene naturale chiedersi quale destinazione avranno quei fondi e se gli stessi rimarranno nella dotazione del bilancio pluriennale dell’ente o se verranno dirottati, con la prossima manovra di bilancio, su altre destinazioni.

Ma, per comprendere meglio i motivi della dotazione di una così importante cifra, forse vale la pena evidenziare il concetto di “industrie culturali e creative”.

Come noto, durante il secolo XX l’irrompere di nuove tecnologie ha creato moderni settori di produzione culturale di assoluta rilevanza. Il loro elenco è breve, ma significativo, perché si tratta di cinema, videogiochi, televisione, design, editoria libraria, fotografia. Il successo di queste proposte è stato subito immediato e diffuso, proprio per la loro rispondenza ai bisogni ed alle spinte emotive profonde della società contemporanea, come hanno intuito con largo anticipo Adorno ed Horkheimer ancora nel 1947.

Tali tecnologie, divenute beni d’arte e cultura, sono prodotti in serie, secondo logiche industriali e sono scambiati sui mercati internazionali. Quindi, “la categoria delle industrie culturali si definisce per l’applicazione della creatività alla produzione di serie e per la pervasiva componente intellettuale che ne caratterizza i prodotti ed i processi produttivi” (W. Santagata- “La fabbrica della cultura” – Ed. Il Mulino 2007 – pagg. 89-90).

Le industrie culturali sono divise in tre distinte parti: 1) quelle creative; 2) quelle dello spettacolo; 3) quelle del design e della cultura materiale.

In Italia, la situazione delle industrie creative è fatta di luci ed ombre.

Se osserviamo il loro comparto ne cogliamo anzitutto l’evidente debolezza, dovuta al loro peso marginale in termini di valore aggiunto, di occupati e di mercato; non sono concorrenziali con la produzione straniera e soffrono di una spinta imprenditoriale fragile e di corto respiro, come dimostrano i dati del primo decennio degli anni duemila. Ad esempio, l’industria discografica nazionale è pari ad un terzo di quella francese, ad un quinto di quella tedesca e ad un sesto di quella inglese e lo stesso vale per la produzione di video che nel nostro Paese è la metà di quanto si produce in Francia ed in Germania ed un quarto della produzione d’oltre Manica. E ancora. Nel solo 2005 gli U.S.A. hanno prodotto 107 film, seguiti dal Brasile con 13, dal Giappone con 9, dalla Cina con 8 e da Francia e Gran Bretagna con 3 pellicole per singolo Stato, mentre in Italia, anche a causa della progressiva riduzione degli investimenti nel settore della produzione culturale, quell’anno non si è prodotto alcunché, mentre nel settore dei videogiochi il nostro Paese produce poco, pochissimo, a fronte di un consumo oltremodo alto.

Questa è la fotografia, grosso modo, delle industrie culturali e creative ed è a fronte di tutto questo che nessuno ha mai chiarito quali fossero gli obiettivi del relativo progetto incardinato sul Centro Servizi culturali “S. Chiara”. In altre parole, nessun referente politico e/o tecnico ha fin qui spiegato alla comunità trentina come e per cosa si pensava di spendere la cifra di circa 300.000,00.= euro, cioè con quali finalità e perseguendo quale scopo legato appunto al potenziamento della produzione culturale e creativa. È su tutto questo che va fatta chiarezza, proprio per evitare speculazioni, ma anche per verificare l’esatta destinazione di una simile, quanto consistente, cifra.

Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

- a quali scopi specifici era destinata la complessiva somma di euro 300,000,00.= che pare sia stata stanziata dalla Provincia per sostenere il progetto di sviluppo locale delle industrie culturali e creative;

- se allo stato dell’arte ed alla luce del congelamento del citato progetto, la scelta politica della Provincia e del c.d.a. dell’ente è quella di immobilizzare tale rilevante somma in attesa di sviluppi futuri, oppure di reinvestirla con altra destinazione, in un momento in cui la produzione culturale è in netta sofferenza;

- quanti e quali costi ha sostenuto fino ad oggi la Provincia e/o il Centro “S, Chiara” per le consulenze relative alla realizzazione del progetto sulle industrie culturali e creative, chi fossero tali consulenti e quali risultati concreti hanno prodotto, fino ad oggi, tali consulenze.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

Distinti saluti

avv. Luca Zeni