adige primari

Proposta di Risoluzione 

Programmazione e copertura posti vacanti in sanità

Ogni fase emergenziale comporta una pianificazione degli interventi immediati ed una programmazione di quelli a medio e lungo periodo. Per ottenere questo risultato è opportuno che la macchina organizzativa destinata a fronteggiare l’emergenza, qualunque essa sia, risulti pienamente funzionante in ogni suo ingranaggio.

Se è quindi necessario approntare piani di intervento e progetti di reazione alla pandemia, è altrettanto importante, che ogni ruolo apicale sia saldamente assegnato in via definitiva, per evitare che la provvisorietà diventi precarietà e renda meno efficacie l’attività.

Il nostro sistema sanitario provinciale, sottoposto in questa delicata situazione ad un ripetuto stress organizzativo e funzionale, abbisogna della definizione di molte posizioni dirigenziali, sia sul versante amministrativo nella sua interezza, sia su quello medico ed ospedaliero.

Negli ultimi due anni sono stati molti i professionisti che hanno lasciato il sistema sanitario trentino, o per pensionamenti o per scelta, e sono molti i ruoli vacanti.

Partendo dal vertice, il dirigente generale del Dipartimento salute e politiche sociali ha assunto anche la responsabilità del Servizio politiche sanitarie (che per sua natura forse necessiterebbe peraltro di competenze più giuridiche ed economiche che mediche). All’interno della direzione dell’APSS invece il Direttore sanitario ricopre anche il ruolo di Direttore del dipartimento di prevenzione, proprio in un momento nel quale tale settore è totalizzante e richiederebbe il 100% di energie.

Anche sul fronte dei primariati e dei ruoli apicali dentro il sistema ospedaliero sono molte le posizioni “ad interim”, con ben 18 Unità Operative di dirigenza medica vacanti, di cui 10 con procedura concorsuale in atto. Ricordiamo che una procedura avviata non è garanzia di tempi certi sulla conclusione dell’iter.

Solitamente nei sistemi sanitari i ritardi rispetto alle nomine dei primari discendono soprattutto da una programmazione non chiara, perché la scelta di un primario dovrebbe dipendere da una valutazione anche rispetto alla pianificazione che si prevede di un settore e quindi delle caratteristiche di chi deve guidarlo.

Un altro elemento da tenere in considerazione, in questa fase, è la nuova facoltà di medicina, che può essere un’opportunità ma anche un rischio, se non governata bene. In particolare è normale che nelle università esterne al Trentino coinvolte nel progetto si creino aspettative rispetto ai ruoli clinici interni agli ospedali, e sarà determinante la capacità di governo da parte del sistema istituzionale provinciale, per determinare se tali aspettative si tradurranno in un miglioramento qualitativo dell’offerta clinica o invece in una spartizione al ribasso tra baronati universitari.

Quello che serve insomma, oggi più che mai, è una piena copertura di ogni ruolo per far funzionare bene la complessa macchina sanitaria di base e per consentire ad ogni ingranaggio di essere pienamente funzionale al movimento complessivo.

Tanto premesso, il Consiglio della Provincia autonoma di Trento impegna la Giunta provinciale della stessa a:

1) definire al più presto una programmazione chiara della sanità trentina, con una pianificazione che consenta all’Azienda sanitaria di avere gli elementi per scegliere i migliori primari nei tanti settori oggi scoperti;

2) a sollecitare l’Azienda Sanitaria, in base alla programmazione adottata, ad attivare o proseguire immediatamente tutte le procedure connesse all’urgenza di coprire i molti posti vacanti nei ruoli apicali, sia amministrativi e gestionali come clinici per l’intero settore sanitario trentino, con lo scopo di avere un sistema efficiente e in grado di garantire i migliori servizi ai cittadini.