Interrogazione n.

QUALE FUTURO PER IL PALAZZO DELLE ALBERE?

C’è voluto l’arrivo di due personaggi di certo valore accademico, ma di altrettanto pari appeal massmediatico, essendosi affermati nei talk show televisivi, per riportare sotto la luce dei riflettori pubblici l’utilizzo del palazzo madruzziano delle Albere a Trento.

Chiuso ormai da troppo tempo, salvo qualche occasionale apertura temporanea per ospitare gli eventi più eterogenei che vanno dalla promozione dei prodotti trentini alle mostre fotografiche personali di qualche esponente politico locale, il palazzo delle Albere soffre delle molte mancate decisioni sul suo utilizzo e, più in generale, della latitanza di politiche culturali all’altezza di un territorio come quello trentino che costituisce ponte, non solo fra latinità e germanicità dell’Europa, ma anche fra Medio Evo e Rinascimento nell’arco alpino centrale.

Su questo scenario si staglia adesso anche la nuova polemica fra protagonismo della scienza o dell’arte, innescata, forse “ad hoc” e come primo segnale del progetto di rilancio museale provinciale, dai due nuovi presidenti rispettivamente del M.A.R.T. e del MU.SE.

Mancate scelte politiche del passato, nella consapevolezza che le responsabilità non siano addossabili solo al presente; ripetute incertezze di natura tecnica sulle molte ipotesi d’uso della struttura; impossibilità di utilizzare l’immobile e le sue pertinenze in un legame stretto e ragionato con il quasi contiguo museo della scienza, perché il palazzo è affidato alla gestione del museo d’arte contemporanea di Trento e Rovereto; un continuo palleggio delle responsabilità: tutto questo ha prodotto una situazione di stagnazione, situazione che forse potrebbe vedere qualche sbocco, non tanto nell’affermazione della primazia di un museo sull’altro, quanto piuttosto in un ragionato piano di politica culturale capace di valorizzare, per intero, la città cinquecentesca e conciliare che nel palazzo delle Albere trova una delle sue più belle testimonianze.

Insomma, se il futuro delle Albere riparte ancora dalle dispute fra soggetti concorrenti nella gestione, allora l’esito non potrà che essere quello già visto.

Ciò che spetta alla politica, anche in considerazione del previsto calo di risorse dell’autonomia provinciale, è l’investimento forte e convinto nell’affermazione del proprio primato decisionale e nelle sinergie possibili fra i diversi soggetti che insistono su quell’area.

Alla politica spetta cioè il compito di definire la “mission” dei due musei e quindi del palazzo delle Albere, anziché farsela dettare dai due irruenti presidenti degli stessi, scendendo sul terreno difficile e complesso di quella visione di futuro che invece sembra latitare nell’attuale quadro di governo della maggioranza provinciale. L’inquietante silenzio programmatorio dell’Assessore di merito, forse più occupato nel suo ruolo di segretario politico del partito di maggioranza che non in quello di pubblico amministratore, rischia di delegare all’esuberanza dei due consigli d’amministrazione dei musei l’intero governo di un settore che risulta strategico per la promozione del Trentino e per le sinergie con le politiche turistiche, posto che anche di queste si stenta a vedere qualche prospettiva programmatica seria.

In questo contesto, ad esempio, si potrebbe immaginare anche un avvicinamento del “Museo degli usi e Costumi delle Genti trentine” al polo museale urbano, allocando cioè nel palazzo delle Albere quella dimensione etnografica e storica che costituisce larga parte del profilo identitario di questa terra e risolvendo così la disputa fra scienza ed arte, attraverso una proposta di natura storica, sociale ed economica che non sfigurerebbe affatto in quell’area ed in quel contesto.

Tutto ciò premesso, si chiede cortesemente di poter interrogare la Giunta provinciale per sapere:

- quali sono, nello specifico, le “mission” affidate dalla Giunta provinciale ai due nuovi consigli d’amministrazione rispettivamente del M.A.R.T. e del MU.SE., nella consapevolezza che le “mission” politico – programmatiche non possono essere confuse con i programmi d’attività, ma definiscono orientamenti e sguardi sul futuro e sugli strumenti a disposizione per garantire un processo di sviluppo nel tempo delle strutture museali;

- qual’è, se esiste, l’orientamento della Giunta provinciale in merito all’utilizzo del palazzo delle Albere, stante anche la discussione avviata dai due presidenti dei musei interessati circa la destinazione d’uso di tale immobile di indubbio pregio storico e culturale;

- se esiste ancora – ed eventualmente a quale stadio si colloca – la proposta di allocare nel palazzo delle Albere una mostra permanente sulla storia dell’autonomia trentina e sulle sue antiche ragioni d’esistere;

- se non si ritiene valutabile l’ipotesi di trasferire nel palazzo delle Albere almeno una parte del materiale etnografico del “Museo degli Usi e Costumi delle Genti trentine”, incardinando così nell’area ex Michelin sia i segni del passato di questa terra, sia quelli del futuro, rappresentato appunto dall’offerta del museo della scienza.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

Distinti saluti.

- avv. Luca Zeni -