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Gestire la seconda ondata non è per nulla facile, soprattutto perché nei mesi scorsi la Provincia non ha investito sul personale dedicato al tracciamento (solo 9 persone in totale fino a 3 settimane fa, aumentate poi a 24 per l’intera provincia) e sul potenziamento del personale delle cure domiciliari.
Medici e infermieri in questi giorni stanno nuovamente evidenziando la loro preoccupazione, e chiedono un maggior coinvolgimento nel processo decisionale.
Dispiace soprattutto perché già a maggio e giugno avevamo chiesto con mozioni e interrogazioni di prepararsi ad una possibile seconda ondata e di coinvolgere le professioni della sanità.
Per non creare ulteriore disorientamento, sarebbe importante mantenere una costante informazione interna con chi lavora ogni giorno nei nostri ospedali; dispiace sentirsi riferire che l’unica e-mail arrivata ai medici del Santa Chiara rispetto alla seconda fase dell’epidemia, sia quella (preoccupante) inviata oggi e che riporto in foto.
Bene preoccuparsi di “attenuare” l’immagine dei morti per Covid nei sacchi neri, che sicuramente non è mediaticamente in linea con l’immagine che in Trentino “siamo lontani dai numeri della primavera.. pochissimi casi in terapia intensiva” (la capogruppo della Lega Salvini, 28 ottobre), però forse spiegare al personale anche quale strategia di politica sanitaria di sta portando avanti e quale modello di riorganizzazione dei reparti, aiuterebbe tutti a lavorare con maggiore serenità e consapevolezza.